In qualità di ambasciatore per la fondazione europea di beneficenza AOFE_Italia, sono stato invitato al più importante congresso nazionale sulla fisiatria che quest’anno si è tenuto a Milano: SIMFER
Di particolare importanza è stato vedere alcuni tra i più importanti medici e cattedrati italiani, essere confidenti sul metodo osteointegrazione che dall’estero ho importato in Italia dal 2017 attraverso una campagna di promozione e sensibilizzazione. Ricordo che sono circa 11.000 gli amputati che registriamo in Italia ogni anno per cause traumatiche, vascolari e oncologiche.
Nel congresso sono stati evidenziati i progressi che stanno facendo i primi pazienti italiani nel loro nuovo cammino. E’ emerso inoltre il chiaro messaggio verso il Ministero della Salute affinché sblocchi le pratiche burocratiche per rendere l’OI in Italia un metodo standard ; standard e soprattutto fruibile da tutti gli ospedali che necessitano di questa alternativa per gli amputati in difficoltà.
In foto: i membri dell’Equipe del Laboratorio di Ricerche di Riabilitazione Neuromotoria dell’Istituto Auxologico Italiano in Milano e con medici tirocinanti del Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, diretto dal Professor Luigi Tesio (Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli Studi di Milano).
L’Istituto Ortopedico Gaetano Pini e l’Istituto Auxologico Italiano collaborano in un programma di ricerca sulla biomeccanica del cammino in persone trattate con osteointegrazione per amputazione di arto inferiore.
Dettaglio foto: in alto, da sinistra:
• Ing. Chiara Malloggi
Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Ospedale San Luca – Polo Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano.
• Alessio Manzoni
Ambasciatore AOFE Italia & Osseointegration Testimonial.
• Prof. Luigi Tesio
Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Ospedale San Luca – Polo Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano.Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano.
• Ing. Valeria Cerina
Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Ospedale San Luca – Polo Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano.
In basso, da sinistra:
• Dott.ssa Giulia Chiara Castiglioni
Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano.
• Dott.ssa Susanna Gadda Sanzo
Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Ospedale San Luca – Polo Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano.
• Ing. Viviana Rota
Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Ospedale San Luca – Polo Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano.
• Dott. Stefano Scarano
Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Ospedale San Luca – Polo Capitanio, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano.Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano.
Link alla pagina del progetto ASTRO-OI sul sito ClinicalTrials:
Su invito dell’Ortopedia Albanito che ringrazio, ho avuto l’opportunità di parlare della mia esperienza con la protesi osteointegrata dopo tre anni e mezzo dall’intervento chirurgico a cui mi sono sottoposto nei Paesi Bassi. L’incontro ha consentito agli studenti che frequentano la facoltà di Tecniche Ortopediche presso l’università degli studi di Milano di conoscere, oltre alla mia storia, le attività che sto portando avanti insieme ad AOFE Italia. Chiunque fosse interessato a organizzare giornate simili a queste in tutta Italia, non esiti a contattarci attraverso queste sito.
Nasce da una mia idea e progettazione in collaborazione con l’Ortopedia Albanito e AOFE, la copertura a forma di gamba per protesi osteointegrata.
La necessità arriva dal fatto che spesso le protesi OI risultano esteticamente vuote anche con sopra il pantalone. Un vuoto che a me personalmente non ha mai creato alcun tipo di imbarazzo ; nè tantomeno l’essere amputato di per sè (pluriamputato comprese due falangi). Ho semplicemente avuto modo di adattare un estetico che circolava tra i materiali dell’ortopedia, alla mia coscia.
Ho testato la cover per molti km di cammino (un’ottantina) e su tutti i tipi di terreni e inclinazioni per capire se la cover ostacolasse il naturale lancio del passo da parte del ginocchio attualmente in mio possesso (Ottobock C-Leg4).
Se non per il fatto che ci metto un paio di secondi in più a staccare e attaccare la protesi attraverso il connettore OTNInnovations e che sento un lieve contatto tra cover e coscia nel momento in cui sudo, ritengo di aver ottenuto un risultato per quanto mi riguarda soddisfacente. Il punto sul sudore verrà risolto attraverso l’utilizzo di cotone sulla cover solo nei punti di contatto (se lo riterrò opportuno perché il fastidio è quasi irrilevante e lo sento dopo molti km) ; e usando il clic fondamentalmente solo la mattina e la sera prima di andare a dormire, non vedo la necessità di modificare la cover per qualcosa che di fatto non mi causa problemi.
La prossima attività, la verniciatura della cover con appositi materiali medici per protesi, andrà sotto la responsabilità di un caro amico di infanzia: Andrea Leanza.
Andrea è un make up artist e prosthetic designer, nonché scultore e pittore. E’ un artista del cinema di tutto il mondo. E’ colui che crea gli zombi, le ferite, le scene di sangue, le dentature storte e gli invecchiamenti. Lui è l’artefice delle trasformazioni: le vede, le crea e le applica. Filmografia qui !
Nata nel 1982 per volontà di alcuni ragazzi disabili che desideravano fare sport come tutti i loro coetanei, la “POHLA VARESE“, presieduta dalla Dottoressa Daniela Colonna-Preti è un’Associazione Polisportiva Dilettantistica per Disabili. Riconosciuta dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) come centro di avviamento allo sport, POLHA è un punto di riferimento per quelle persone con disabilità che vogliono intraprendere uno sport. Lo sport può davvero cambiare la vita dei disabili, sia che diventino dei campioni, sia che lo pratichino senza risultati eclatanti. Per questo l’Associazione è sempre felice quando si aggiunge un nuovo amico e per questo cercano anche di far conoscere la loro Realtà attraverso attività di divulgazione nelle scuole, manifestazioni, fiere.
Ci farebbe davvero piacere se qualche persona in difficoltà ci scrivesse per stringere nuove amicizie e per fare un po’ di sport. Non esitate quindi a scrivere o a noi o alla POLHA per ottenere maggiori informazioni. Abbiamo contatti su tutto il territorio nazionale.
Matteo Miccoli (Brindisi) è il primo italiano ad essersi laureato presso l’Università LABA (Libera Accademia di Belle Arti di Brescia) producendo una tesi sulla ricerca del design estetico delle protesi d’arto osteointegrate. Particolare è il legame che c’è tra il Dottor Matteo Miccoli e il tema OI in quanto suo padre dopo tanti anni è riuscito ad ottenere nel 2019 questo tipo di protesi ed attraverso la quale è finalmente riuscito a migliorare la sua qualità di vita. Sono fiero di questo risultato e di essere stato in grado di aiutare sia Matteo, che suo papà, che la loro famiglia insieme alla Fondazione AOFE Italia.
Progetto: TALEA: Rinascita del Corpo Sono stato soggetto di questa tesi.
Per questo incontro ho voluto che ci fossero i medici dell’ospedale di Varese, il tecnico ortopedico Emanuele Albanito e l’ingegnere olandese Tomas Van de Meent. Questo al fine di confrontarsi riguardo la componentistica delle protesi d’arto osteointegrate capendo attraverso la Fondazione AOFE, quali soluzioni tecniche esistono sul mercato mondiale. Ringrazio l’ospedale per l’ospitalità e la cortesia.
“Il regalo più grande che puoi fare ad un altro non è condividere le tue ricchezze, ma fargli scoprire le sue”..e quale più nobile inizio di tesi sull’Osteointegrazione per meritarsi 110 e lode ?! Martina Barozzi si è laureata in fisioterapia analizzando il mio caso clinico e attraverso i dati scientifici condivisi dalla Fondazione europea AOFE di cui sono ambasciatore per l’Italia. Sede universitaria: Università degli Studi dell’Insubria di Varese. Ospedali di riferimento per raccolta dati: Radboudumc di Nijmegen (NL) e Asst dei Sette Laghi di Varese.
Corso di laurea in Tecniche Ortopediche e anche qui AOFE ha svolto il suo compito di sensibilizzazione sul tema e di supporto con dati concreti per la stesura della tesi ; che entra anch’essa negli archivi culturali e scientifici del Nostro Stato italiano. Inoltre, l’intervista al fine di conoscere l’esperienza e il miglioramento qualità di vita a tre pazienti italiani osteointegrati, è stata di grande aiuto. I pazienti sono stati: io (OI nel 2017 transfemorale e plessoleso), Sig. Marcello (OI nel 2017 transfemorale bilaterale), Sig.ra Maria Cristina (OI nel 2019 transfemorale e plessolesa). I Nostri più calorosi complimenti al Dottor Roberto Albanito che si è laureato presso Università degli Studi di Milano